giovedì 25 febbraio 2016

Tamron SP 150 600 mm f/5-6,3 Di VC USD

Tamron SP 150 600 mm f 5-6.3 Di VC USD

Il Tamron SP 150 600 mm f/5-6,3 Di VC USD è il nuovo super zoom stabilizzato di casa TAMRON.

Fino ad oggi ho sempre preferito acquistare obiettivi originali Nikon, come lo zoom 70-300 AF-S VR o il 300 AFS f4 acquistati in precedenza.

Ma dopo aver letto tanti articoli con giudizi positivi su questa lente, mi sono deciso è l'ho ordinato. 

Sono poche settimane che è in mio possesso ho fatto un po di scatti per testarne la qualità.

Il motivo per cui l'ho comprato è quello di avere una lente di 600 mm, quindi è proprio questa la focale che ho utilizzato maggiormente.

La prima impressione è quella di un obiettivo solido, robusto. Ha una ghiera per l'attacco al cavalletto grande e sicura. Pesa poco meno di due kg è abbastanza grande, ma piccolissimo se paragonato ai bestioni 600 mm f4 da 5 e più kg.

Sopra il Tamron 150 600 a confronto con il Nikkor 300 AF-S f4 e lo zoom Nikkor 70-300 VR

Gli stessi obiettivi a confronto con il paraluce montato

La ghiera con il comando autofocus Full copre tutto il range da 2,70 mt all'infinito,  oppure da 15 mt in poi per rendere più veloce la messa a fuoco automatica.
AF e MF autofocus on/off
VC stabilizzatore on/off

Come prima cosa ho acquistato anche una filtro UV Marumi da 95 mm di diametro per la protezione della lente frontale e la correzione dei raggi UV.
Si può utilizzare a mano libera visto il sistema VC che consente la compensazione delle vibrazioni nel momento dello scatto.
Però non bisogna scordarsi che si tratta di un 600 mm, ed è facile scivolare nel mosso, quindi preferisco usarlo con il monopiede o il cavalletto.
La messa a fuoco è rapida e precisa grazie al motore USD ultrasonico.


Sopra il Tamron 150 600 totalmente esteso a 600 mm
Di seguito alcuni scatti:

600 mm f 11 ISO 400 1/8000 sec Nikon D7100 Appoggiato

600 mm f 8 ISO 400 1/1600 sec Nikon D7100 Cavalletto

600 mm f 7,1 ISO 400 1/1250 sec Nikon D7100 Cavalletto

300 mm f 5.6 ISO 400 1/6400 sec Nikon D7100 mano libera

600 mm f 6.3 ISO 2000 1/640 sec Nikon D7100 Monopiede

600 mm f 6.3 ISO 400 1/3200 sec Nikon D7100 Monopiede

600 mm f 6.3 ISO 400 1/1000 sec +0,3 EV - Nikon D7100 Cavalletto

600 mm f 6.3 ISO 100 1/320 sec Nikon D7100 Cavalletto
Le foto sono state ritagliate un po ed ho aggiunto nitidezza e contrasto con ViewNX2 (programma di modifica delle foto della Nikon).
Si tratta di piccole modifiche standard poco impattanti.
Al momento sono molto soddisfatto, anche se ho fatto parecchie foto mosse, ma alzando gli ISO e utilizzando il cavalletto o il monopiede credo di aver ottenuto buoni scatti.
Dal mio punto di vista lo considero un buon acquisto, credo che il rapporto qualità prezzo sia veramente eccezionale.

QUI puoi trovare tutti i dettagli tecnici descritti dalla casa costruttrice.

lunedì 22 febbraio 2016

Due Tassi travolti e uccisi sulla Pontina


Sappiamo bene quanto siano pericolose le nostre strade, ogni giorno purtroppo accadono incidenti stradali anche molto gravi per noi umani. Questo avviene pure per gli animali domestici e quelli selvatici. Questa mattina mi è capitato di vedere i corpi di due Tassi investiti e uccisi sulla SS Pontina in provincia di Latina. Mi era già capitato di vedere qualcosa di simile, ma il fatto che fossero due mi ha colpito e ho voluto documentare l'accaduto.
Chiaramente ci sono cose più importanti di due animali selvatici finiti sull'asfalto, ma il fatto che animali che vivono nelle tane sottoterra, per noi un po misteriosi e che non vediamo mai vengano a trovarsi nel traffico è abbastanza singolare.
Purtroppo alla fine dell'inverno i tassi come le Volpi sono in piena attività riproduttiva e per questo motivo vagabondano di notte per formare le coppie e diventano distratti andando ad attraversare anche strade asfaltate dove trovano la fine della loro esistenza.



lunedì 15 febbraio 2016

Fotografare i nidi oppure no? cosa è meglio fare?

Upupa che imbecca un giovane
 Foto da capanno posizionato a 10 metri dal nido, costruito in inverno, molto prima che arrivino le Upupe dall'Africa.
La cassetta è stata utilizzata con successo per tre anni consecutivi, il quarto anno purtroppo i Calabroni se ne sono impossessati e l'Upupa è andata a nidificare altrove.

Negli ultimi anni ci si è interrogati molto sull'opportunità o meno di fotografare le nidificazioni degli uccelli. La conclusione più diffusa è quella di scoraggiare in ogni modo questa pratica, in quanto è molto pericolosa e rischia di compromettere la buona riuscita della riproduzione.
In effetti gli uccelli abbandonano con molta facilità la nidiata, soprattutto se sono in cova.
Però io penso che si stia passando da un eccesso all'altro. Il proibizionismo assoluto e la politica dei puristi sta esasperando l'approccio a questa questione.
Secondo me sarebbe meglio educare i fotografi naturalisti ad un comportamento corretto, piuttosto che semplicemente proibire e lasciando di fatto l'interpretazione del problema ai singoli.
Potremmo ad esempio condividere delle linee guida comportamentali.
Sarebbe bello avere un decalogo di riferimento e tanto buon senso.
Io ho una mia idea ben precisa che si potrebbe riepilogare in questi punti:

  1. E' meglio non fare le foto ai nidi o ai piccoli non ancora autonomi.
  2. Se proprio dobbiamo fare delle foto ai nidi facciamole da lontano, molto lontano.
  3. Non usare flash o posizionare macchine fotografiche con telecomando molto vicine al nido.
  4. Non toccare i nidi o i piccoli con le mani, se occasionalmente ne trovate uno, allontanatevi in fretta e non modificate nulla dell'ambiente o vegetazione intorno al nido.
  5. Non fotografate rapaci o uccelli rari.
  6. Se fate un appostamento fatelo da lontano, decine e decine di metri mimetizzandovi al massimo.
  7. Se gli adulti sono in cova allontanatevi e non fate le foto.
Ma allora quando fare le foto ai nidi?

Anche se non vogliamo, prima o poi ci troveremo inevitabilmente ad incontrare degli uccelli in nidificazione. Quindi fermo restando quanto sopra credo che con il buon senso in alcuni casi si possano fare fotografie .

Di seguito i casi in cui penso si possano fare le foto ai nidi:

  1. Alle rondini che nidificano sui nostri cornicioni. Non vedo cosa ci sia di male se facciamo qualche scatto alla Rondine o Balestruccio che come ogni anno conferma la sua presenza costruendo il nido sulle mura della nostra casa. Chiaramente non ci dobbiamo avvicinare, ma possiamo fare degli scatti dalla stessa distanza da dove di solito loro sono abituate a vederci.
  2. Ai nidi artificiali posti nel nostro giardino. Io ho delle cassette nido visibili dalle finestre della casa. Posso fare delle foto senza neanche uscire da casa. Oppure dalla macchina parcheggiata.
  3. Se ne abbiamo la possibilità costruiamo dei capanni in prossimità di zone strategiche, ad esempio non lontano da alberi secchi dove potrebbero nidificare Picchi o altri uccelli. Se dovessero nidificare potremmo utilizzarlo, non si accorgerebbero della nostra presenza visto che sono già abituati a vedere il capanno da molto tempo.
  4. Alcuni uccelli come il Merlo o lo Scricciolo a volte nidificano addosso a casa sfruttando le siepi o i rampicanti. Uno scricciolo ha nidificato sul muro della rampa di casa mia sfruttando un rampicante aggrappato alla parete. Mi bastava stare in macchina dentro il garage per fare degli scatti. Mentre il Merlo un anno ha usato la parete esterna del magazzino per gli attrezzi, rimanendo in cova immobile al nostro passaggio (due tre metri di distanza).
Potrei citarne altri, ma credo che il concetto sia ben chiaro. Se gli uccelli hanno deciso di abitare la nostra casa o il nostro giardino per nidificare, vuol dire che la nostra presenza non li disturba. Probabilmente hanno accettato questo compromesso. Se sono abituati a noi non vedo cosa ci sia di male se anziché solo guardarli li fotografiamo.

Per gli uccelli che invece abitano ambienti selvatici, le precauzioni sono sempre le stesse. Mettersi molto lontano e molto mimetici. Comprate un teleobiettivo potente 500-600 mm . Ne esistono anche di economici (zoom 150-600 mm Sigma o Tamron). Mi è capitato di fotografare il Picchio rosso maggiore al nido da 20-30 metri mimetizzato con un capanno nella vegetazione. Non hanno smesso di arrivare e andare dal nido. Sostavano a lungo senza cambiare atteggiamento. Il tronco era distante ma ben visibile da lontano.
Bisogna a mio avviso conoscere bene la specie che si sta osservando. Questo è necessario per capire se stanno assumendo un comportamento anomalo e quindi di rischio.

La storia ci ha insegnato che il proibizionismo in genere non risolve i problemi. E' meglio utilizzare l'educazione e la conoscenza per far crescere la consapevolezza etica delle persone.

La mia raccomandazione finale è quella di considerare le osservazioni precedenti e se abbiamo il ben che minimo dubbio di arrecare disturbo, dobbiamo sicuramente rinunciare.

Di seguito alcune foto fatte ai nidi in questi anni:

Giovane Cinciarella che si affaccia dal nido
 Questa foto non è stata accettata in un gruppo fotografico naturalistico di Facebook perchè contro il regolamento
Io rispetto i regolamenti e quindi l'ho tolta, ma credo al tempo stesso che vedere questa foto non istighi a disturbare gli uccelli, ma credo che possa far venire la voglia a qualcuno di posizionare una cassetta in giardino per ammirare questo spettacolo.
Sono anni che dal mio giardino di involano decine e decine di Cinciallegre e Cinciarelle.


Giovane Upupa che si affaccia dalla cassetta in attesa dell'imbeccata

Giovani Balestrucci nel nido sopra la finestra di casa.
Sono anni che nidificano con più nidi intorno a casa.



Scricciolo nei pressi del nido.
Ha nidificato sul tronco della palma davanti casa (tre metri).
Ogni hanno nidificano nelle siepi intorno casa, oppure in mezzo ai rampicanti sui muri o sui tronchi delle palme nane.



Rondini al nido. Questo nido viene occupato da moltissimi anni.
E' posizionato davanti una porta d'ingresso molto frequentata a circa due metri e mezzo da terra.
Eppure ogni anno imperterrite fanno regolarmente le due covate stagionali andate sempre a buon fine
.








Tecniche fotografiche di base, la ricerca della "Luce"

Fenicotteri ripresi con luce favorevole, nonostante la grande distanza i colori risultano sgargianti e i soggetti sono nitidi e ben definiti

Le tecniche di base per l'utilizzo della fotografia sono importanti e assolutamente necessarie per migliorare la qualità dei nostri scatti. Ci sono delle cose che è necessario conoscere a prescindere dal tipo di fotografia che si vuole intraprendere.
Gli aspetti principali sono:

La ricerca della luce
Spesso chi si avvicina al mondo della fotografia si cimenta nella ricerca della macchina fotografica di ultima generazione, oppure del programma migliore per elaborare gli scatti (es. Photoshop). Tutto questo in realtà è di secondaria importanza se non abbiamo speso del tempo ad imparare le principali nozioni fotografiche.
La fotografia non è altro che la registrazione dell'immagine su un supporto fisico per mezzo della luce trasmessa attraverso l'obiettivo.
Più di cento anni fa le immagini venivano registrate su lastre d'argento, poi per decenni sulla pellicola e adesso sui sensori digitali. E' cambiata la tecnologia, ma il principio è rimasto lo stesso di cento anni fa, la registrazione della Luce.
Se non c'è luce non si possono fare le foto. Quindi la prima cosa da fare è ricordarsi che la protagonista principale è lei,  la luce!
  • Per fotografare ci deve essere luce a sufficienza, se questa non c'è occorre usare il flash;
  • Per ovviare all'uso del flash, in presenza di piccola fonte di luce si possono alzare gli ISO (sensibilità del sensore), ma in questo caso si compromette la qualità della foto;
  • La luce deve essere alle nostre spalle e deve illuminare il soggetto;
  • Se il soggetto è in contro luce occorre usare il flash o sovraesporre, a meno che non vogliamo fare una foto creativa dove si vede solo la sagoma scura;
  • Il momento migliore per fotografare è al mattino presto o al tardo pomeriggio:  nel primo caso la luce è più fredda e chiara, al tramonto è invece calda e morbida con colori accentuati e tendenti al rosso.
Composizione
La composizione viene spesso  sottovalutata, invece è la cosa più importante da gestire. Ricordiamoci che la macchina fotografica registra semplicemente l'immagine, chi fa la foto sei tu.
Tu decidi quando scattare e cosa includere nell'inquadratura.
Per questo motivo non fate foto di fretta, guardate bene cosa state inquadrando, sia esso un paesaggio o un soggetto singolo. Dovete pensare che quello che state vedendo sarà la vostra foto. Quindi fate attenzione e componete la vostra foto come desiderate e poi scattate.

Sovra/sotto esposizione
L'esposimetro delle nostre macchine fotografiche legge la luce dell'inquadratura e regola di conseguenza quella per l'esposizione dello scatto. A volte, però, in particolari condizioni (neve, controluce, soggetti neri, soggetti bianchi) si confonde e genera uno scatto o molto scuro o molto chiaro. In questi casi la maggior parte delle reflex è fornita di un comando -/+ che ci consente di correggere l'esposizione calcolata automaticamente dalla macchina fotografica. Se il soggetto è troppo scuro dobbiamo sovraesporre, se è troppo chiaro dobbiamo sottoesporre. Chiaramente ci sono varie possibilità di correzione da 0,3 fino a 2 o 3 fotostop. Per calibrare al meglio la correzione occorre fare delle prove direttamente sul campo.


Scatto in controluce sovraesposizione +0,3
Il soggetto è ancora troppo scuro

Sovraesposizione +1,0
Si vedono meglio i particolari del tronco

Sovraesposizione +2,7
Il tronco è finalmente chiaro e definito, lo sfondo si è sbiancato



Prospettiva
Si tratta del modo in cui viene ripreso il soggetto, questo dipende dalla posizione della macchina fotografica e dall'obiettivo utilizzato. Se ad esempio abbiamo un soggetto basso sul terreno come un animale domestico e facciamo lo scatto restando in piedi, l'animale risulterà piccolo e schiacciato in basso nell'immagine. Se invece, per fare lo stesso scatto, ci stendiamo a terra, la prospettiva sarà molto diversa. Il nostro amico risulterà più grande e proporzionato. Quindi, la regola è quella di mantenere la macchia fotografica alla stessa altezza del soggetto. Se utilizziamo un obiettivo grandangolo probabilmente ogni soggetto incluso nello scatto sarà a fuco. Se utilizziamo un teleobiettivo, solo il soggetto principale sara a fuoco, lo sfondo invece sarà sfuocato.

Profondità di campo e Diaframma
E' lo spazio dell'inquadratura che sarà a fuoco. Ad esempio se abbiamo delle persone in fila indiana probabilmente solo le prime due o tre saranno ben a fuoco mentre le altre risulteranno sfuocate. Questo spazio è la profondità di campo che viene gestita attraverso il diaframma.

Il diaframma è quel componente meccanico dell'obiettivo formato da lamelle che lascia passare la luce. Le dimensioni di questo dispositivo sono regolabili in modo da far passare più o meno luce all'occorrenza. Se lo teniamo più chiuso la profondità sarà maggiore, se lo teniamo aperto la profondità di campo sarà minore.


Dal livello di apertura del diaframma dipende  anche il Tempo di scatto. Con il diaframma molto aperto si ottengono tempi di scatto molto brevi (consentono di congelare l'immagine), viceversa accade con il diaframma molto chiuso (consente la creazione di foto creative).


Tempo di scatto

Il tempo di scatto è l'intervallo temporale che viene concesso alla luce per impressionare il sensore. Può essere molto breve come 1/8000 di secondo, o molto lungo come 30 secondi/1 minuto. I tempi brevi sono possibili in condizione di luce forte, (sole diretto, luce artificiale). I tempi lunghi di solito si usano in condizione di luce scarsa e con un cavalletto per fare ad esempio foto notturne di paesaggi cittadini.

Nitidezza
Per nitidezza si intende la qualità della foto, o meglio quanto siano ben marcati e visibili i dettagli del soggetto ritratto. I motivi per cui una foto non è nitida possono essere i seguenti:
  • La messa a fuoco non è corretta
  • Il soggetto si muove molto
  • I tempi di scatto sono troppo lenti
  • C'è poca luce e gli ISO sono molto alti

Sensibilità ISO
Gli ISO sono determinati in una scala che va da 100 a 3.200, 6.400 e oltre. Questa determina la possibilità che abbiamo di regolare la sensibilità del sensore della nostra macchina fotografica. Se abbiamo poca luce possiamo alzare la sensibilità ISO oltre 1.000 ad esempio. In questo modo probabilmente riusciremo ad avere tempi di scatto sufficienti per ottenere la nostra foto. Però gli ISO alti hanno come contropartita il fatto che generano rumore. Cioè si vedono tutti quei puntini che rendono la foto granulosa e meno nitida.


Il Cavalletto
Il cavalletto è un accessorio che non sempre viene apprezzato. A volte però è l'unico elemento  che ci consente di ottenere scatti in condizioni difficili. Ad esempio per le foto notturne, se scattiamo a mano libera, la probabilità di fare una foto mossa è molto alta. 


In definitiva i fattori che dobbiamo considerare per ottenere una buona foto sono:
  • inquadrare in condizioni di buona luce
  • decidere cosa includere nel fotogramma
  • trovare la giusta combinazione tra il diaframma, gli ISO e il tempo di scatto.


Può sembrare difficile le prime volte ma in realtà con un po di esperienza diventerà molto semplice.

Io consiglio di partire impostando la macchina fotografica sul programma "A" (a priorità di diaframma), scegliere gli ISO piu bassi 100 e avere il diaframma tutto aperto.
Questa dovrebbe consentire nella maggior parte dei casi di ottenere buoni scatti. Se però abbiamo necessita diverse o le condizioni di luce sono sfavorevoli, si può ricorrere alle indicazioni specificate sopra.

E come si dice, ........."buona luce a tutti".

domenica 7 febbraio 2016

Picchio rosso minore tambureggia nel bosco

Sono i primi di Febbraio di questo inizio 2016, il bosco è ancora spoglio. Tra gli alberi c'è silenzio, ma all'improvviso echeggia come una mitraglia il tambureggiamento del Picchio rosso minore. Trovo spettacolare la potenza del più piccolo picchio d'Europa. E grande come un passero, ma ha una capacità di scavo e tambureggiamento pari ai fratelli maggiori.
Il tambureggiamento è il modo con cui i picchi comunicano la loro presenza nel territorio.
Il Picchio rosso minore del filmato è una femmina, si riconosce per la mancanza del rosso vivace del vertice tipico del maschio.
E' uno spettacolo che ogni volta mi meraviglia e incanta, buona visione.